Nucara al Gr Parlamento/La sommatoria di tanti provvedimenti non è politica di governo. Insistiamo: abolire le Province

Berlusconi faccia il presidente del Consiglio

Intervista a Francesco Nucara, Gr Parlamento del 30 giugno.

Segretario Nucara, il "Corriere della Sera" invita questa maggioranza a dare un colpo d’ala. Qualcuno dice: per dare un colpo d’ala bisogna avere le ali. Lei cosa pensa?

Se abbiamo un uccello con le ali spennate è difficile dare un colpo d’ala. I problemi si accavallano, alcuni dei quali, uso una parola forte, per sciatteria: tipo il caso Brancher. Io non so chi consigli il presidente Berlusconi a fare certe cose; o se le fa da solo e non si fa consigliare da nessuno… Ma il caso Brancher è minimale. Vediamo piuttosto la manovra economica: se la maggioranza presenta 1500 emendamenti, probabilmente la coesione in questa maggioranza non c’è. E ancora peggiore è il fatto che gli emendamenti della maggioranza, e quindi del singolo deputato - che come prevede la Costituzione non ha vincolo di mandato - siano filtrati dal capogruppo al Senato Gasparri. Questo possono farlo i capigruppo su questioni di ordine generale; ma se su una manovra così vasta e così impegnativa un deputato singolo, rispetto al territorio dove è stato eletto, pone un problema, forse non è bene che sia filtrato da nessuno. Poi sarà il Parlamento a decidere se quell’emendamento è giusto o sbagliato.

Se oggi Berlusconi le chiedesse un consiglio, come ha fatto in passato, cosa metterebbe al primo posto?

Al primo posto metterei che facesse il presidente del Consiglio. La mia idea è che Berlusconi, non da ora, sia un coordinatore e non il presidente del Consiglio. La politica del governo la fa il presidente del Consiglio e nessun altro. Invece abbiamo il caso Brancher. E di questo mi dispiace, perché Brancher è anche un amico. Ma il caso è significativo di una situazione molto confusa. Una situazione dove prima si parla di federalismo; poi si arrabbia Bossi e parliamo di decentramento. Poi però si arrabbia Fitto e parliamo di sussidiarietà. L’impressione è che non si navighi a vista: piuttosto che si navighi al buio. E quindi la nave può sbattere su ogni scoglio nascosto…

La questione province può essere paradigmatica di quello che non si fa. In aula avete un provvedimento che si chiama codice delle autonomie…

Non si capisce dove voglia "parare" il governo. Tutti vogliono l’abolizione delle province. Il Pdl ha un progetto di legge per l’abolizione delle province; ce l’ha proprio nel suo programma. Noi repubblicani abbiamo presentato un disegno di legge per l’abolizione delle province, il Pd ha presentato un disegno di legge per l’abolizione delle province. Quando c’è stato, nell’attuale legge in discussione, un emendamento per l’abolizione delle province, ecco che governo e maggioranza si oppongono: così cadiamo nel ridicolo. Prima aboliamo le province sotto i 220 mila, poi sotto i 200 mila, poi le province sotto i 200 mila che non sono province di confine: e anche questo la dice lunga sugli obiettivi che il governo si pone e sul modo di raggiungere questi obiettivi.